IL VARCO È QUI? IL DIFFICILE TRANSITO DALLA FORMA ALL’INTELLEZIONE NEL PENSIERO MISTICO PERSIANO

IL VARCO È QUI?
IL DIFFICILE TRANSITO DALLA FORMA ALL’INTELLEZIONE NEL PENSIERO MISTICO PERSIANO

prof. Sergio Foti

 

PROGRAMMA DEL CORSO

Nella complicata storia dell’Islam medioevale, fra l’ XI e il XII secolo ,  si afferma una via contemplativa per la quale, nell’incontro con l’amore umano,  si svelano all’anima purificata i percorsi e i misteri dell’ Amore divino.  Definire questa corrente è difficile : non è propriamente una scuola, non nasce da un ambiente particolare o da una confraternita , non traccia nemmeno un pensiero unico. Henry Corbin, con qualche forzatura, l’ ha definita la Via dei Fedeli d’ Amore – ed è forse esagerato il parallelo con l’esperienza dello Stil Novo italiano.  Tuttavia ciò che è nuovo e specifico è che i nuclei essenziali  di questa filosofia mistica  – Amore, Bellezza  e Visione – appaiono fusi in modo inscindibile in un’unica  esperienza sacrale , integralmente esperita  e “testimoniata”. Per gli esponenti che la ricerca presenta – per Ahmad Ghazali , Ruzbehan Baqli , Fakr ad-Din ‘Iraqi – questi capisaldi sono perennemente presenti e affermati in modo integrale  , e non vi è ricerca dell’Assoluto che possa prescinderne.  Così l’Amore  è considerato nelle sue radici metafisiche , quale fonte originaria del moto di creazione e linfa di ogni slancio verso l’alto ; così la Bellezza – “ da cui non ci si può redimere nei due Mondi “ – diventa l’icona rivelatrice dei segreti dell’ Invisibile e la ferita da cui lo gnostico non riesce a guarire . Così  infine , se la Via deve passare  attraverso i colori  e le forme , la riflessione e la saggezza si  sposano costantemente alla percezione visionaria,  e non si dà ‘ilm  senza un evento figurale , un “nodo” immaginativo . 

Al centro dell’avventura di questi innamorati gnostici, troviamo dunque, e continuamente,  la riflessione sull’ Immagine : un’immagine che non è , come nella filosofia platonica , semplicemente una “copia” da oltrepassare, quanto piuttosto un’apertura , un’icona capace di far trasparire ciò che è oltre la forma , e dunque da accogliere . Come essa agisca , nel comunicare la conoscenza unitiva ,  e quali spiragli possa aprire oltre le maglie del mondo condizionato , si cercherà di estrarlo dai testi e dalle allusioni misteriose che questi maestri del sufismo hanno lasciato , in pagine spesso affascinanti. 

 

BIBLIOGRAFIA

Testi degli autori persiani

Ahmad Ghazali , Delle occasioni amorose ( Sawanih ) , a cura di Carlo Saccone, Roma , Carocci 2007

Ruzbehan Baqli  Le jasmin des fidelès d’amour , a cura di Henry Corbin , Paris, Verdier 1991.

Fakr ad Din ‘Iraqi,  Ushhaq-Name  (The song  of Lovers ) , trad. Arberry ,Milford,  London , 1939. 

Testi sul sufismo

 Henry Corbin ,  Nell’Islam iranico , vol. III  I Fedeli d’Amore , Mimesis

Carl Ernst , Ruzbehan Baqli : Mysticysm and the rethoric of Sainthood , New York, Curzon Press, 2003

Louis Massignon , Opera Minora vol. II , Paris – Beirut

Carlo Saccone , Il maestro Sufi e la bella cristiana  ,Roma,  Carocci ,2005. 

Sergio Foti , Aspetti dell’amore mistico nella Vita Nova di Dante e in Ruzbehan , in Quaderni di Studi Indo-mediterranei , Alessandria, Dell’Orso, 2017

Eva Pirounek , A la croisèe des voies celestes , Fakr ad Din Iraqi , Teheran ,  Insititut Francais de Recherche , 2002

Roberto Revello , Ciò che appare nello specchio , Salerno, Ortothes . 2019